domenica 2 ottobre 2011

Isola di Torcello

Il nome dell’isola di Torcello probabilmente deriva da TURRICELLUM (la torretta eretta a ricordo di quella della Patria perduta). Nel 638 il Vescovo di Altino trasferì qui le sacre reliquie e da questo momento la storia di Torcello continuò ad esistere fino al tramonto della Repubblica. Ebbe governo autonomo, con Podestà e Consiglio, vi si praticava l’industria della lana.

L’isola di Torcello è quasi completamente disabitata, non è toccata da un frequente transito di vaporetti ed è in una posizione molto marginale rispetto a Venezia.

Per secoli Torcello venne abbandonata e spogliata di marmo e mattoni che furono usati per le nuove costruzioni a Venezia. Rimase un ambiente malsano e malarico fino alla seconda metà dell’Ottocento quando si iniziò a bonificare la laguna. Nel corso dei secoli sono rimaste indenni le due principali architetture del suo antico centro: la Cattedrale e la Chiesa di Santa Fosca.

La Chiesa di Santa Fosca

La Chiesa di S. Fosca, forse già costruita nell'anno 873, fu restaurata una prima volta nel 1297, poi fu interamente ricostruita nel 1679, riparata più volte nel '700, ed infine restaurata e modificata nel 1847. A sinistra della facciata della chiesa si trova il bel Campanile a pianta quadrata, costruito in mattoni con cupola ed edicole angolari, secondo lo stile caratteristico della seconda metà del XV secolo.

Il Ponte di S. Fosca un tempo si chiamava Ponte della guerra per le tradizionali "lotte di pugni" tra le fazioni avversarie della città; lo indicano su di esso le quattro impronte di piedi, in pietra bianca, che segnavano i punti di partenza dei lottatori (concorrenti).

Nel mezzo del Campo S. Fosca si trova una bella statua in bronzo del 1892, monumento al Frate Paolo Sarpi (1552-1623), pensatore, scienziato e storico, consigliere religioso della Repubblica di Venezia, che fu aggredito e gravemente ferito da sicari la sera del 5 ottobre 1607, sul ponte di S. Fosca, perché aveva difeso la Repubblica contro un provvedimento del Papa Paolo V.

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