L'Isola di San Giorgio Maggiore è una piccola isola situata di fronte a Piazza San Marco a Venezia. Separata dall’isola della Giudecca dal piccolo canale della Grazia, è bagnata anche dal canale della Giudecca, dal bacino di San Marco, dal canale di San Marco e a sud dalla laguna; fa parte del sestiere di San Marco.
San Giorgio Maggiore è una basilica sull'Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, parte dell'omonimo monastero. La chiesa si affaccia sul Bacino di San Marco.
La prima chiesa dedicata a San Giorgio sorse tra l’VIII e il IX secolo; nel 982 l’isola fu donata ad un monaco benedettino, che vi fondò l’adiacente monastero. La chiesa attuale, costruita da Andrea Palladio che si occupò del progetto a partire dal 1565, è una delle opere più note dell'architetto vicentino. L'edificio fu terminato nel 1576, mentre la sua facciata venne completata solo nel 1610 da Vincenzo Scamozzi, 30 anni dopo la morte del maestro.
L'attuale campanile (alto 75 m) risale al 1791: costruito nel 1467, crollò nel 1774. A canna quadrata, con cella in pietra d'Istria e cuspide conica, offre un panorama unico su Venezia e sulla laguna.
Tuttora i monaci benedettini officiano la chiesa. Di particolare suggestione la cerimonia che si tiene il 31 dicembre o il 1º gennaio con la messa in gregoriano e i monaci che indosssano magnifici abiti d'epoca.
La Basilica di San Giorgio Maggiore, progettata da Andrea Palladio, venne completata nel 1576, se si esclude la facciata, ultimata nel 1610 da Vincenzo Scamozzi. La facciata, in puro stile palladiano, si caratterizza per i due frontoni, per le cornici dentellate e per le quattro semicolonne poggianti su alti basamenti. L’interno, a tre navate, è austero ed estremamente luminoso, e le diverse parti della chiesa sono poste in rilievo dal movimento delle luci. Palladio operò sia ispirandosi a ideali classici e cinquecenteschi, sia adattandosi allo spirito della Controriforma: infatti, pur prediligendo abitualmente la pianta centrale, previde per San Giorgio Maggiore una pianta longitudinale, allineandosi alla volontà della Chiesa di Roma. L’interno è arricchito da splendidi dipinti del Tintoretto, tra i quali la drammatica e visionaria Ultima cena (1592-1594), opera dell’ultimo periodo del pittore veneto; a essi si aggiungono tele di Palma il Giovane e di Jacopo Bassano. Gli alloggi monastici sono disposti intorno ai due chiostri. Vanno inoltre segnalati il primo refettorio, progettato da Palladio nel 1560, e la doppia scalinata, opera di Baldassare.
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